Poco fuori Torino, c’è un luogo sacro la cui storia è avvolta da misteriose leggende.
Si tratta della Sacra di San Michele, luogo
affascinante anche solo per la sua posizione, sulla cima del monte Pirchiriano.
La si avvista già dalla strada, prima di percorrere l’ultimo tratto a piedi
fino all’ingresso di questa opera imponente, che sembra uscire dalle rocce
stesse, come fossero un tutt’uno.
Sulle sue origini si narrano diverse leggende.
L’abbazia risale alla fine del X secolo,
costruita sopra tre cappelle preesistenti dedicate a San Michele.
Sembra incredibile, ma questa costruzione sorge esattamente a metà strada tra gli altri due luoghi sacri dedicati all’Arcangelo: Mont Saint Michel in Normandia e Monte San’Angelo in Puglia, disegnando una linea retta tra i due punti, a rappresentare la spada con cui San Michele ha sconfitto il Male.
Si dice anche che siano stati proprio gli angeli a indicare il punto dove costruire l’abbazia, portando le pietre sul monte Pirchiriano.
Attualmente, i custodi sono i Padri
Rosminiani, che vi celebrano la Santa Messa in abiti caratteristici,
contribuendo a rendere il luogo ancora più suggestivo.
Grazie
alla sua posizione sopraelevata, durante le belle giornate si può godere di un
panorama mozzafiato sulle montagne, sia dall’esterno della Sacra che
soprattutto dal suo bellissimo terrazzo interno.
Il portale indica l’inizio del cammino fisico e spirituale che conduce alla chiesa.
Una grande statua in bronzo raffigurante San Michele sembra dare il benvenuto ai visitatori. Varcato l’ingresso, si sale un’imponente scalinata, chiamata “Scalone dei morti”, in quanto luogo di sepoltura dei monaci.
In cima, la “Porta dello zodiaco” conduce alla chiesa vera a propria, dove la punta della montagna affiora da sotto il pilastro di fronte alla tomba dell’abate Guglielmo.
Sarcofagi in pietra, sculture e affreschi decorano le navate di questa chiesa.
Continuando il percorso, si giunge
infine a un altro monumento ormai in rovina: la Torre della Bell’Alda. La
leggenda narra di una donna molto bella,
che per sfuggire ai soldati che facevano razzia durante il periodo medioevale,
si gettò per disperazione da questa torre, uscendone illesa. Gli angeli
erano intervenuti salvandola dalle rocce sottostanti.
Scampato il pericolo, la
donna iniziò a pavoneggiarsi e sfidò di nuovo la sorte lanciandosi nel vuoto.
Ma questa volta, compiendo il gesto solo per vanità, si sfracellò al suolo.
Si
dice che il pezzo più grosso che si trovò fu un orecchio.
Il percorso di visita termina nei pressi della foresteria piccola, zona di accoglienza per i visitatori, dove si trova anche un piccolo negozietto di souvenir.
Dal 1994 la Sacra di San Michele è Monumento simbolo
della regione Piemonte.
Una gita in giornata che vale sicuramente la pena, e che si può concludere con
un buon pasto nel vicino agriturismo oppure più a valle, sui suggestivi laghi
di Avigliana.
Curiosità: la Sacra di San Michele ha ispirato anche Umberto Eco nella stesura de “Il nome della Rosa”.
Ingresso a pagamento senza prenotazione per visita libera, con prenotazione per
visita con guida.
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